
18 Feb Riforma del catasto: tutte le novità sul calcolo metri e categorie
Tra due giorni, venerdì 20 febbraio 2015, verrà presentato, al Consiglio dei ministri, il Decreto che aprirà ufficialmente la revisione dei fabbricati e getterà le fondamenta per riscrivere parametri e rendite catastali su tutto il territorio nazionale, aggiornando il valore degli immobili e la loro posizione a fini fiscali e normativi.
Quando partirà la Riforma del catasto
La Riforma del catasto partirà entro il primo luglio 2015 e in 5 anni, data ultima di chiusura il 31 dicembre 2019, verrà portato a termine l’aggiornamento di tutti gli immobili esistenti, soprattutto per quei milioni di edifici e unità tuttora sprovvisti di regolare planimetria e registrazione. Questa è la road map tracciata dal governo nel decreto messo a punto per riformare il catasto che verrà presentato al Consiglio dei ministri venerdì prossimo 20 febbraio 2015.
Il calcolo degli immobili
Verrà utilizzato un procedimento universale, attraverso cui tutti i vani precedentemente calcolati per stabilire classe e coefficiente di ogni edificio, possano essere convertiti in metri quadrati.
Si valuteranno sia la classe di appartenenza che i vani precedentemente calcolati, di modo che, per esempio, un appartamento di tipico uso civile – ma, allo stesso modo, di uffici, negozi, magazzini, laboratori, garage, tettoie – con un’ampiezza di 6,5 vani, sarà convertito in 136,5 metri quadrati.
Gli immobili coinvolti nel calcolo
Saranno coinvolte in questo sbrigativo sistema di ricalcolo, le più comuni categorie catastali: dalla A/1 alla A/11 (dove è compresa la maggioranza delle unità del Paese), così come le classiche categorie commerciali della classe C e così via. Ciò che, comunque, va tenuto presente è che la classificazione per le abitazioni residenziali così come la conosciamo oggi dovrebbe scomparire: le unità delle varie classi A, tra tutte, saranno ricomprese nella nuova categoria O/1 assieme agli appartamenti.
Cosa vale per il calcolo
Per calcolare con esattezza il valore del proprio immobili, come detto, sarà fondamentale conoscere il numero dei vani entro cui questo è stato suddiviso, a seconda dei parametri stilati anche dalle autorità locali. Ma a completare la definizione catastale dell’immobile interverranno anche altri indici, anch’essi da moltiplicare per i metri quadri, come la conservazione dell’edificio e la sua centralità. Così, tra i nuovi indicatori della metratura, saranno inclusi anche la presenza di ascensori e affacci.
Rischio aumenti
Gli esperti mettono in guardia dal rischio di possibili incrementi sui consti. In generale, è possibile, comunque, che a trarne vantaggio siano i proprietari di abitazioni in periferia, dove la conversione tra vani e metri quadrati potrebbe ridurre la misurazione dell’immobile. Saranno, innanzitutto, gli immobili di categoria C a trovare, con ogni probabilità, il trattamento peggiore, dal momento che, in molti casi, si tratta di edifici già registrati in metri quadrati.
Tasse
A cambiare sarà anche la base imponibile sulla proprietà dell’immobile, che passerà da rendita catastale a valore patrimoniale, al fine di uniformare, nelle intenzioni del Governo, imposizioni centrali e locali.
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